Verso l’essenziale: l’insegnamento del fiume Roia

Dopo 8 giorni di risalita verso l’origine del fiume Roia, il 24 giugno 2018, abbiamo trovato la sorgente, alla quota di circa 1840 metri. Troppe cose e troppe immagini bisognerebbe raccontare di quest’acqua che non smette mai di spingerti indietro. E’ un fiume guerriero, tormentato da mille centrali e prese che sottraggono e restituiscono acqua rendendolo pazzo e imprevedibile. Voglio dire allora di come salendo sempre più in alto, sottraendo e sottraendo acque, affluenti e sorgive, il Roia insegna che si va verso l’essenziale. Lo dice, infine, abbassando la voce; allora si ha l’impressione che tutto il mondo sia più leggero e, nel suono senza più rabbia, dell’acqua che cade, i fianchi del monte si colorano di fiori.

La parola “essenziale” è usata come sinonimo di importante, indispensabile, ma essa significa anche e soprattutto, proprio dell’essenza, privato di ciò che non serve. Dunque le cose importanti sono quelle che rimangono dopo aver tolto ciò che non serve, l’orpello. E’ una scelta di sobrietà quindi quella che si cela in questa parola. E’ un fiume orgoglioso e aggressivo a insegnarlo quando lo si incontra bambino. Alora forse possiamo pensare che l’essenziale è indicato dal bambino o che nel bambino c’è già l’essenza dell’uomo, di ciò che sarebbe bene lui potesse diventare o, forse tornare ad essere.

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