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CamminArte: cammino, arte e Counseling a mediazione naturale

L’azione del camminare fa parte del Counseling a mediazione naturale. Un approccio alla relazione d’aiuto che utilizza la natura come ambiente e strumento, come medium tra il counselor e il suo cliente, ma anche tra il cliente e se stesso.

La relazione d’aiuto ha a che fare con l’esprimere se stessi, se fatto in modo intenzionale, può diventare una forma artistica. Del resto il legame tra arte e sciamanesimo è accertata dalla letteratura e lo sciamano è colui che intraprende un viaggio il cui scopo è la guarigione dell’individuo o l’equilibrio della comunità. Accertati i legami tra sciamesimo e arte, in un altro lavoro ho argomentato quelli tra sciamanesimo e counseling. Insomma esiste un rapporto importante tra espressione, arte e fronteggiamento del disagio.

Dovremmo chiederci: cos’è l’arte oggi? Una domanda che ci porterebbe troppo lontano.

Ci basti pensare che sono considerate forme d’arte molte azioni e performance. Un giovane artista abituato alla montagna, fu invitato a lavorare in un quartiere del centro storico di Genova. Dopo essersi intrattenuto nell’ambiente e aver dialogato con i suoi abitanti realizzò, questa azione poetica: una calata in corda doppia da una finestra degli ultimi piani fino al vicolo sottostante. Gli stretti caruggi genovesi gli avevano forse evocato i profondi crepacci, le alte facciate dei palazzi delle seraccate verticali. Un percorso dalla luce dei piani alti, all’ombra dei bassi. Un gesto che metaforizza e svela la stratificazione sociale e, su un altro piano, la sedimentazione di luci e ombre che alberga nella vita di ciascuno, così come in quella della città.

Nel 2016 Planet Mountain pubblicava un articolo sul progetto artistico Walking: l’arte in cammino voleva esplorare, nel territorio friulano della Carnia per darvi espressione attraverso il linguaggio dell’arte.  Si voleva realizzare una mostra temporanea fuori dai musei, in alta montagna, “visitabile camminando, coi tempi lenti e gli occhi aperti di chi percorre un’alta via alla ricerca di quei brevi istanti in cui il corpo e la mente si mettono in moto insieme”.

In questi primi esempi il camminare e il calarsi in un ambiente si traducono in uno o più prodotti artistici, sia pure on site.

Ciò che più ci interessa, tuttavia, è il cammino che possa essere considerato forma espressiva e artistica di per sé. Ci viene in aiuto Alejandro Jodorowski quando racconta delle sue prime esperienze cilene. Egli approda così all’atto poetico: “un giorno Lihn e io abbiamo deciso che dovevamo camminare sempre in linea retta, senza mai deviare … se durante una passeggiata ci imbattevamo in un albero, invece di girargli attorno ci arrampicavamo in cima per proseguire la conversazione … Di fronte a una casa, suonavamo il campanello, entravamo dalla porta principale e uscivamo da dove potevamo, a volte da una finestra…”Questo genere di atti mettevano le persone di fronte all’inaspettato e davano luogo a una esperienza straniante. L’atto creativo, dice infatti l’autore, crea un’altra realtà in seno alla realtà ordinaria.

Cos’è una poesia? Parole affastellate, che per lo più usiamo sempre. Ciò che le rende poetiche è l’intenzione e la capacità di suscitare in chi le scrive e in chi le incontra, qualche tipo di immagine e di emozione. In modo simile ci chiediamo: cosa rende poetica una passeggiata? In fondo si tratta di una sequenza di passi,in una più o meno coerente direzione, come ogni giorno ne facciamo.E’, ancora una volta,l’intenzione e la capacità di portarci a trovare qualcosa in grado di suscitare in noi una qualche emozione. Un fare e un osservare che sono il tentativo di ricerca e composizione di significato o, semplicemente, di porsi di fronte al mistero, alla meraviglia.

Un artista amico mio, è solito proporre percorsi che collegano e uniscono luoghi della città o attorno alla città. Spesso la partenza è preceduta dalla lettura di una poesia allo scopo di innescare una suggestione, dopodiché ognuno è lasciato alla propria sensibilità poetica e artistica.

Si tratta di azioni poetiche personali e corali. Guido Conforti lo spiega con queste parole: “Se per “arte” intendiamo un libero esercizio della creatività umana, attraverso il quale, con l’utilizzo di specifiche competenze, si producono oggetti o si compiono azioni senza un’utilità pratica, ma con l’unico obiettivo di rendere comunicabile un pensiero originale sull’esistenza, allora anche il camminare “in un certo modo” può essere arte.

Ogni volta che si intende il camminare non come mezzo di spostamento da luogo a luogo, come attività utile alla propria salute o come pratica sportiva o agonistica, come emulazione o come semplice passatempo, ma lo si pratica a seguito dell’immaginazione del significato profondo e quindi della bellezza di un percorso, sia che si tratti di una linea di scalata su una parete montuosa, sia dell’esplorazione in determinate condizioni di un tratto ancor minimo di mondo, sia per avventura della risalita di un torrente, ecco che in tutti questi casi non è improprio riconoscere la natura stessa dell’ “arte”. Per molti aspetti, questo modo di camminare è analogo alla pratica artistica della “performance”

Quando il cammino è arte e si muove nel paesaggio cogliendone le immagini, il poeta siamo noi che camminiamo, se lasciamo che il paesaggio agisca trasformando lo stato della nostra sensibilità.

Una poesia si può far leggere, una foto o un disegno si possono mostrare. Una camminata intenzionale alla ricerca di una dimensione anche poetica, si può proporre e accompagnare.

Cosa accede camminando in tal modo lo spiega Vittorio Lingiardi, quando dice che l’incontro di oggetti reali (un masso, un tronco, una lepre in fuga, una rana che depone le uova, una gemma) con oggetti psichici (il portato delle nostre memorie, sensazioni, esperienze ed emozioni radicate in luoghi, volti, ecc.) genera oggetti evocativi.

 

E’ineludibile, in questa riflessione, un pur breve riferimento all’arte in cammino di Richard Long. L’artista, spesso con il suo corpo e il suo movimento, trasforma il paesaggio.Celebre è la foto che coglie la linea formata dal passaggio ripetuto sull’erba che conduce al bosco (A line made by walking). “L’artista adotta un atteggiamento che potrebbe essere definito “ecologico”, in quanto l’essenza delle sue opere è l’esperienza stessa del camminare, dell’esplorare luoghi in un rapporto solitario e di totale immersione nella natura, non intervenendo mai in maniera aggressiva, senza determinare mai trasformazioni traumatiche”.

L’arte di Long rimanda al tempo e allo spazio, alla realtà terrena. Lui stesso dichiara di aver portato lo spazio“dentro l’arte attraverso il medium del camminare, consentendomi di espandere le dimensioni, le modalità ed i luoghi del fare scultura”.In quanto arte le sue opere non hanno utilità, non possono essere usate e sono state definite un elogio alla Terra.“Essere in relazione con la natura è condizione peculiare dell’umanità” dice Long, che ritiene la sua arte come “un dialogo con il paesaggio e con la società nella quale viviamo”.Un dialogo con la terra e con l’uomo che la popola.

Nel counseling a mediazione naturale, tuttavia, l’agire poetico nella natura è a servizio della relazione d’aiuto. Può essere utile e favorire cambiamenti? Dice Lingiardi:“Penso che tra verso poetico e paesaggio esista un rispecchiamento mediato dalla nostra possibilità di riverberare entrambi, sentendoli nostri. L’esperienza riverberante avviene in una relazione tra due oggetti. La voce del poeta si immerge nella nostra profondità immaginale e questo incontro crea una trasformazione”

Nel caso del counseling a mediazione naturale la relazione è almeno tra tre enti, tutti coinvolti in un’azione poetica: il counselor che accompagna e propone metafore, il cliente che agisce e si lascia agire poeticamente e il paesaggio con la sua doppia funzione: di oggetto di proiezioni e di agente trasformativo.

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